APNEE NOTTURNE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI

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Il sonno è un elemento fondamentale della vita, tanto quanto alimentazione ed esercizio fisico.

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno produce scarsa ossigenazione del sangue; ciò porterà, nel corso del tempo ad avere ripercussioni su tutto l’organismo, in particolare sul cuore, e causerebbe l’insorgere di patologie come: ipertensione, diabete, obesità, infarto e ictus.

Apnee notturne e rischi cardiaci

I rischi cardiovascolari connessi alle apnee ostruttive notturne sono elevati specie se non trattate correttamente. 

Coloro che dormono tra le 5 e 6 ore a notte, e che sono affetti da apnee notturne, sono maggiormente soggetti a patologie cardiovascolari e metaboliche con conseguente aumento dei fattori di rischio.

Ad essere colpiti dalle apnee del sonno è il circa 5% della popolazione globale; in chi ha più di 40 anni invece le apnee notturne hanno un’incidenza del 15%.

Si parla di apnee notturne ostruttive del sonno quando si ha un temporaneo arresto del respiro, che ha una durata di svariati secondi ma che potrebbe ripetersi più volte durante il sonno.

Le apnee notturne non trattate hanno gravissime conseguenze a carico degli organi, tra i quali cuore, cervello e anche dei vasi sanguigni.

Sintomi e diagnosi

Tra i sintomi abbiamo, sonnolenza, spossatezza, mancanza di concentrazione, il russare sono solo alcuni dei sintomi delle apnee ostruttive del sonno. Questi sintomi non vengono immediatamente collegati alle apnee notturne e non sono considerati pericolosi. 

Le apnee ostruttive del sonno provocano una riduzione brusca e intermittente della saturazione di ossigeno nel sangue e causano una maggiore attivazione del sistema nervoso simpatico, ciò contribuirà allo sviluppo di ipertensione, malattie coronariche, aritmie, insufficienza cardiaca, ictus, intolleranza al glucosio e diabete.

Per diagnosticare la patologia sarà necessario eseguire una polisonnografia presso un centro specializzato in disturbi del sonno, con l’analisi combinata della funzione respiratoria neurologica e cardiocircolatoria. 

La gravità delle apnee notturne viene valutata attraverso l’indice apnea-ipopnea (AHI), che riguarda il numero medio di apnee e ipnopee per ora di sonno.

apnee notturne e ipertensione

Le apnee notturne causeranno un aumento della pressione sanguigna diurna. 

Durante la notte, le apnee e le ipopnee provocano un aumento della pressione e delle attività del sistema nervoso simpatico. A parità di pressione sanguigna, le persone che soffrono di tali apnee hanno frequenze cardiache più veloci, variabilità della frequenza cardiaca ridotta e una maggiore variabilità della pressione sanguigna. Tutti indicatori di un aumentato rischio cardiovascolare.

Apnee notturne, rischi cardiovascolari e ictus

E’ stato scientificamente dimostrato che esista una correlazione tra apnee notturne e le malattie cardiovascolari, comprese le aritmie, le malattie coronariche e l’infarto miocardico. Non sarà solo l’ipertensione il mezzo con cui le apnee ostruttive del sonno possono portare a malattie cardiovascolari. 

Le apnee ostruttive del sonno aumentano significativamente il rischio di ictus e di morte. 

Circa il 20% dei pazienti con apnee ostruttive presenta anche episodi notturni di angina pectoris. La sindrome da apnee ostruttive del sonno è spesso associata a fattori multipli di rischio coronarico, tra cui il diabete, l’obesità viscerale o il fumo. 

Quasi la metà delle persone con scompenso cardiaco cronico è affetta da apnee ostruttive, avranno una sopravvivenza significativamente ridotta rispetto ad altri pazienti con lo stesso problema. Il 50% circa dei pazienti con fibrillazione atriale presenta apnee notturne, così come il 30% delle persone che hanno subito un infarto. 

Ciò vuol dire che chi manifesta di soffrire di apnee ostruttive ha il doppio delle possibilità di presentare complicanze cardiache o eventi come infarto o ictus.

Sarà quindi fondamentale avere una diagnosi repentina e accurata. Sono circa due milioni gli italiani che soffrono di sindrome delle apnee ostruttive notturne, solo il 10% però ha avuto una diagnosi corretta. 

Il cardiologo o lo specialista che cura eventuali patologie a carico del sistema cardiovascolare deve collaborare con professionisti esperti in disturbi del sono in modo da avere una diagnosi rapida ed esaustiva. 

L’approccio terapeutico dovrà includere una corretta alimentazione, attività fisica ed eliminare abitudini scorrette come il tabagismo e il consumo dell’alcol.

E’ sconsigliato dormire in posizione supina, e potrebbe essere necessario l’utilizzo di dispositivi volti a monitorare la pressione arteriosa e a migliorare la prognosi cardiovascolare.

Sarà quindi opportuno, viste le correlazioni tra le apnee notturne e rischi cardiovascolari, svolgere controlli con specialisti in disturbi del sonno per evitare complicanze anche gravi.

                                                                  

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